Domenica 27 Gennaio si è svolto a San Miniato il primo convegno educatori ACR diocesano, che ha visto partecipi una ventina di educatori provenienti da alcune parrocchie della diocesi.
Il convegno ha avuto inizio con le lodi guidate dall’assistente unitario dell’ACR, Don Roberto Pacini ed è proseguito con l’intervento di Martino Nardelli, membro dell’Ufficio nazionale dell’ACR, che ci ha parlato del protagonismo dei ragazzi.
Il relatore ha sottolineato come i fanciulli e i preadolescenti che ci sono stati affidati non sono solo oggetti dell'azione pastorale ma soggetti della costruzione della Chiesa partecipi a pieno titolo - e certamente a loro misura - della sua missione apostolica. Se noi capiremo come i ragazzi possono essere «soggetti attivi» nella Chiesa, capiremo anche come gli adulti possono essere soggetti attivi nella Chiesa. Perché spesso abbiamo le idee confuse su che cosa significhi «esser adulti», o «maturi», nella Chiesa. Quasi che questa maturità sia una sorta di acquisizione, di accumulo di esperienza, di capacità culturale o di semplice progresso di età. Mentre è la misura della corrispondenza della risposta di ciascuno alla chiamata e alle possibilità concrete che il Signore offre.
Ha inoltre ricordato come l’itinerario formativo dell’ACR deve essere davvero attento al protagonismo dei ragazzi. Ciò vuol dire essere disposti continuamente a provocare e farsi provocare dalle domande di vita di cui i ragazzi sono portatori, saper mettere l’accento sulla capacità di accogliere ed ascoltare più che di assecondare o frettolosamente rispondere: ragazzi protagonisti richiedono educatori capaci di accettare o, talvolta, di saper semplicemente rimanere nelle domande.
Ha infine concluso , sottolineando l’importanza della presenza di associazioni parrocchiali attente alle esigenze dei più piccoli, che non solo trovano per loro spazi e tempi adeguati, ma di condividono appieno il cammino di crescita
La mattina si è conclusa con la Santa Messa in Cattedrale
Il convegno è proseguito il pomeriggio con la tavola rotonda su : “Come far bella l’ACR”, a cui hanno preso parte la delegata regionale dell’acr e il sottoscritto, in qualità di responsabile diocesano delll’acr.
Durante la tavola rotonda è emerso come l’ACR resta una delle più acute intuizioni dello Statuto del 1969, scaturita dalla geniale convinzione che il ragazzi è già oggi – e non soltanto domani – protagonista di storia.
Per far bella l’acr bisogna far emergere dall’esperienza associativa la bellezza dell’esperienza cristiana. Elaborare e offrire una proposta formativa bella non è una questione di marketing: l’esperienza associativa è bella per i ragazzi se risulta significativa per la loro vita, capace cioè di dare risposte personali ai bisogni umani e di fede dei ragazzi. E soprattutto lo è se lo sa fare attraverso testimonianze ed esperienze concrete della speranza cristiana.
L’ACR è bella perché ha il coraggio di educare a ideali alti, e non crede che ai bambini e i ragazzi – proprio per la loro giovane età - siano proponibili solo dei surrogati e semplificazioni della proposta di fede, che mortificherebbero l’originalità, i talenti e la voglia dei ragazzi di diventare “grandi”.
Infine è emersa l’importanza di seguire i ragazzi nelle proprie realtà parrocchiali, accompagnandoli nel loro cammino di crescita e a non lasciare che come esperienza formativa ci sia solo il catechismo.
Il convegno si è concluso con vespri guidati da Don Matteo.
Penso che dopo questo convegno non ci resti altro che fare ancora più bella l’ACR !
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