Con il seminario di studio nazionale svolto Sabato 23 e Domenica 24 novembre a Bari, prosegue (dopo gli appuntamenti di San Benedetto del Tronto e Padova) il percorso di riflessione e di approfondimento che l'Azione Cattolica dei Ragazzi (Acr) sta dedicando all'Iniziazione cristiana. Dopo aver analizzato il ruolo della comunità e del catechista/educatore, si è centrata l'attenzione sulla dimensione esperienziale della catechesi.
L'Azione Cattolica tutta già nel suo percorso di rinnovamento culminato con lo Statuto del 1969 e l'ideazione dell'Acr ha intuito e fatta propria la dimensione esperienziale, come caratteristica fondante della sua missione di accompagnamento dei piccoli all'incontro con Cristo. Dopo oltre quarant' anni di "attività sul campo", l'Azione Cattolica dei Ragazzi con il seminario "La giusta esperienza". La fede, la catechesi, la vita ha riletto i passaggi fondamentali di questo percorso educativo, i nodi cruciali dell'attenzione formativa, le scelte di fondo che hanno reso concreta la scelta esperienziale fatta.
Per i 300 educatori provenienti da tutta Italia, il seminario sarà è stata un'occasione per riflettere su come la dimensione esperienziale, da sempre cuore della proposta formativa dell'Acr, sia stata percepita e accolta, su come le scelte di fondo siano diventate patrimonio di tutta la comunità ecclesiale.
Il punto di partenza è e resta il bambino e il ragazzo, la sua voglia di stare al mondo e di scoprirlo, il suo desiderio di conoscere con gli strumenti che gli sono propri; perché sia lui il vero protagonista dell'incontro che la catechesi favorisce e accompagna.
Lo sguardo con cui il bambino e il ragazzo guardano alla vita intende essere per l'Acr lo sguardo con cui la proposta formativa costruisce un percorso di crescita. Un percorso dove fede e vita possano incontrarsi e divenire l'una specchio per l'altra.
I lavori del seminario hanno avuto inizio sabato 23 pomeriggio "Bambini e ragazzi capaci di Dio", un'attenta riflessione sul percorso e sui momenti cruciali della scelta esperienziale, e su come questa attenzione si è tradotta nei cammini formativi e nel dibattito della Chiesa.
Gli interventi di Massimo Diana, scrittore e filosofo, e don Claudio Nora, sacerdote della diocesi di Milano e già assistente nazionale dell'Azione Cattolica dei Ragazzi, ci hanno aiutato a mettere in luce le caratteristiche emotive, cognitive, di pensiero che permettono al bambino e al ragazzo di vivere un'esperienza di fede e di incontro autentici. Maggior attenzione è stata dedicata anche alla comunità educante (famiglia, adulti, gruppo dei pari) e al ruolo che questa può esercitare nel percorso di fede.
Domenica 24 mattina, "Per una catechesi che incontra la vita", don Paolo Sartor, dell'Ufficio Catechistico Nazionale, e Teresa Borrelli, responsabile nazionale dell'Acr hanno analizzato , dopo la celebrazione Eucaristica della solennità di Cristo Re, l'attuale situazione della catechesi italiana, le priorità e i nuovi strumenti per rendere vita la catechesi.
Una prima riflessione è stata fatta sul riscoprire il senso della comunità , che deve annunciare il vangelo e testimoniare la fede, e quello dell'unitarietà: giovani e adulti che raccontano la bellezza della fede ai ragazzi. Questo è lo stile che dovrebbe avere la chiesa e quindi anche l'Azione Cattolica ! L'AC è per tutti e non solo per una fascia d'età !
È stato inoltre posto l'accento, sul fatto di come oggi è difficile parlare di famiglia. Oggi si pensa molto alla famiglia dei ragazzi dell'ACR e ci dimentichiamo che la famiglia è per sempre anche quando diventiamo adultissimi. Oggi , come non mai, bisogna aiutare la famiglia ad intercettare i propri bisogni e aiutarla a trasmettere l'amore verso l'altro.
È stato infine risottolineato, il fatto che nessun cammino di fede è finalizzato ai sacramenti ; l'ACR è un cammino di iniziazione cristiana riconosciuto dalla CEI e serve a far maturare il senso di appartenenza alla chiesa in virtù del battesimo.
L'ultimo passaggio Teresa l'ha dedicato al percorso assembleare che l'AC sta vivendo chiedendoci di pregare per questo e invitandoci a discernere, per non dire di si ad un incarico di responsabilità perché ci sentiamo pronti, ma perché ci sentiamo chiamati!
Il seminario si è concluso con l'Agelus guidato da Don Dino Pirri, Assistente Nazionale dell'ACR.
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